LA TAVOLA DI
SAN DOMENICO
– 1234 circa

Tempera su tavola –Maestro
padano del sec. XIII
1218 - La chiesa della
Mascarella fu il primo luogo in cui si stabilirono i padri domenicani a
Bologna e in cui prese dimora lo stesso
Domenico di Guzman.
La tavola su cui fu realizzato il dipinto, databile entro
il quarto decennio del secolo XIII, è la stessa attorno alla quale i
domenicani
della Mascarella si sedevano abitualmente a mensa.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani è documentato
dagli “Atti” che precedettero la canonizzazione di San Domenico,
avvenuta nel 1234. L’aureola che circonda il volto del Santo
induce ad associare la datazione della pittura all’epoca dei
festeggiamenti per questa occasione.
La predicazione di Domenico, di Reginaldo d’Orleans e
degli altri domenicani della Mascarella indusse molti bolognesi ad
entrare
nell’Ordine. La comunità domenicana, alla ricerca di spazi più ampi, si
trasferì in San Nicolò delle Vigne nel 1219, grazie all’appoggio
di una giovane bolognese, Diana degli Andalò, nel luogo in cui sorge
ancora oggi i Convento di San Domenico.
Sulle pareti laterali della Cappella sono esposti i
dipinti trecenteschi che si trovavano sul retro della tavola e che
furono trasportati su
tela intorno agli anni ‘30 del secolo XX.
Dal 1931 l’opera, seppur raccorciata rispetto alle sue
dimensioni originarie (due frammenti lignei sono conservati altrove, uno
nella cella di S. Domenico nel convento omonimo a Bologna e un altro
nella basilica domenicana di Santa Sabina, a Roma), è descritta
con le attuali dimensioni (cfr. la scheda di Soprintendenza redatta da
Giuseppe Rivani il 28 luglio 1931) e non sembra subire alterazioni
durante la seconda guerra mondiale (Mario Massaccesi sottoscrive nel
maggio 1946 che la tavola “è stata sfollata a cura di questa
Soprintendenza prima del sinistro” in una nota vergata posteriormente
nella scheda di Soprintendenza di Giuseppe Rivani il 28 luglio 1931).
Venerata e custodita gelosamente nel corso dei secoli dai
parrocchiani, è uno dei “monumenti” della Chiesa bolognese.
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